Venerdì 27 Maggio c.a. una delegazione A.N.B. della sezione Paceco, ha trascorso insieme a dei soci della sezione di San Donà di Piave, accompagnandoli in visita presso la zona archeologica di Selinunte è costituita dall’ Acropoli, dalla Collina orientale, dal pianoro di Contrada Manuzza, dal santuario della Malophoros in contrada Gaggera e da due Necropoli (Manicalunga e Galera Bagliazzo). Tutto il materiale per costruire i templi fu ricavato dalle Cave di Cusa. Visualizza Foto Gallery di Selinunte successivamente a Castelvetrano ci siamo recati presso la Chiesa di San Domenico, “chiesa che è stata denominata la Cappella Sistina di Sicilia”, da quanto abbiamo detto la chiesa di San Domenico risulta, nel suo complesso ma, soprattutto, al suo interno, un’opera di assoluta preziosità, con le sue ardite architetture manieristiche, le sue pregevolissime statue marmoree, i suoi stucchi, le sue opere lignee, le sue tele, i suoi affreschi, talché essa riflette proprio una specie di “epoca felix” nella storia della famiglia feudale dei Tagliavia e Aragona ma, anche, della città di Castelvetrano.
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dopo la pausa pranzo ci siamo recati a Gibellina, presso il Museo delle Trame Mediterranee, il Museo nasce con l’intento di raccogliere, salvaguardare e potenziare il patrimonio culturale espresso dalla città di Gibellina, ricostruita dopo il terremoto del 1968 con interventi di importanti artisti di fama internazionale. Visualizza la Fotogallery del Museo delle Trame Mediterranee Ospita all’interno del restaurato Baglio di Stefano una ricca collezione di opere che coprono un vasto arco temporale, dall’archeologico al contemporaneo, attraverso un suggestivo allestimento, che rileva le affinità di segno e forma nelle arti dei popoli del Mediterraneo, con un’attenzione particolare a quegli artisti che lì si sono recati rendendo Gibellina, con i suoi musei al chiuso e all’aperto, un luogo unico al mondo. La notevole collezione permette di cominciare, su diversi livelli, molti possibili discorsi sull’evoluzione del concetto di opera, sui materiali che la costituiscono, sugli elementi di base che ammettono una lettura di forme, espressioni, contesti, somiglianze. Sabato 28 maggio la sezione A.N.B. di Paceco e il Comune di Paceco ospitano la fanfara di San Donà di Piave, nelle ore antimeridiane una coppia dell’associazione A.N.B., conduce gli amici di San Donà in visita nella città di Erice vetta.
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Il capoluogo è collegato alla valle da una funivia. Secondo Tucidide, fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo la leggenda, i Troiani avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. In antico, insieme a Segesta, che parrebbe di fondazione coeva, era la città più importante degli Elimi, in particolare era il centro in cui si celebravano i riti religiosi. Durante la prima guerra punica, il generale cartaginese Amilcare ne dispose la fortificazione, e di qui difese Lilibeo. In seguito trasferì parte degli ericini per la fondazione di Drepanon, l’odierna Trapani. I Romani vi veneravano la “Venere Ericina”, la prima dea della mitologia romana a somiglianza della greca Afrodite.
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La giornata inaugurale ha visto i bersaglieri sfilare ed esibirsi prima nel paese di Nubia e poi nella stessa Paceco, dove si è svolto anche un concerto insieme alla locale fanfara, oltre
alla deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti con la presenza delle autorità locali.